S.I.A.E.C.M.  Società Italiana per l'Aggiornamento e L'Educazione Continua in Medicina

 

   
  Home Page   AREE TEMATICHE & DIPARTIMENTI INTERDISCIPLINARI

 


9-Febbraio-2009

MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: L’APPREZZAMENTO UNICEF PER I PROGRESSI IN SUDAN NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA

A protezione delle mamme e dei loro figli


Nella Giornata internazionale della tolleranza zero nei confronti delle mutilazione genitali femminili, l'Unicef ha elogiato gli sforzi compiuti dal governo, dalla società civile e dalle comunità locali del Sudan per porre fine alla pratica.

"In Sudan i pericoli che le mutilazioni genitali femminili costituiscono per le bambine e le donne sono stati riconosciuti dal governo, dai leader religiosi, dagli operatori sanitari, dagli anziani della comunità e dalle famiglie. Apprezziamo lo sforzo collettivo in corso per sradicare del tutto la pratica", ha osservato la Rappresentante Unicef Iyabode Olusanmi. "È inaccettabile che anche una sola ragazza debba affrontare questa pericolosa e inutile violazione dei suoi diritti".

L'Unicef stima che circa 70 milioni di bambine e donne in 27 paesi dell’Africa e del Medio Oriente abbiano subito mutilazioni o tagli genitali, pratiche che spesso portano alla morte e hanno comunque un impatto negativo sulla salute e lo sviluppo di coloro che sopravvivono.

In Sudan, le rilevazioni sanitarie a campione condotte nelle famiglie nel 2006 portano a stimare che le mutilazioni genitali femminili colpiscano circa il 69% delle ragazze e donne.

Nel 2008 il Governo di unità nazionale del Sudan ha approvato una strategia nazionale per abbandonare tali pratiche entro una generazione. L’impegno in questo momento è concentrato su sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi a queste pratiche e incoraggiare le comunità e personaggi prestigiosi a impegnarsi pubblicamente per l’abolizione.

Nel 2008 cinque comunità degli stati di Gedaref e Khartum hanno annunciato il loro impegno a porre fine alle mutilazioni genitali femminili, mentre altre dieci in Kordofan settentrionale e Kassala hanno annunciato l’intenzione di abbandonare la pratica quest'anno.

110 leader religiosi sudanesi hanno apertamente dichiarato che le mutilazioni genitali femminili non hanno alcun collegamento con la fede o la prassi islamica e ne hanno chiesto l’eliminazione.

Nello Stato del Kordofan meridionale una nuova legge entrata in vigore nel 2008 ha messo la pratica fuorilegge.

Nel frattempo è in corso una campagna educativa di massa negli stati del Sudan settentrionale, dove la pratica è più diffusa, per aumentare la consapevolezza tra le famiglie del valore e della bellezza di una ragazza non mutilata. Costruita attorno al concetto di "Saleema" – nome tradizionale di ragazza sudanese che significa anche "tutto" - la campagna ha già raggiunto 7 milioni di persone attraverso i mass media, attività di animazione, teatro, musica, libri, fumetti e dibattiti pubblici.

La campagna è guidata dal Consiglio nazionale del Sudan per il benessere dei bambini e sostenuta da Unicef, Global Trust Fund e Unione Europea.

"Questi sforzi si stanno rivelando fondamentali per raggiungere il punto in cui in Sudan nessuna ragazza verrà mutilata. - ha dichiarato la dott.ssa Olusanmi - Speriamo che entro il 2018 la pratica verrà completamente abbandonata e le famiglie comprenderanno che le mutilazioni genitali femminili non hanno un valore sociale o religioso e, infine mettono a rischio la vita delle ragazze".


UNICEF- Approfondimenti




Ritorna alla HomePage

 



Bookmark


© S.I.A.E.C.M.  All rights reserved
Società Scientifica Registrata Ministero della Salute - ECM n. 5607

© S.I.A.E.C.M. Sito web storico - © All rights reserved

Edited & Powered by A1 ITT Digital Strategist